Fondo Chiaudano

Nome del fondo  

Mario Chiaudano

 

Notizie sul possessore 

Nacque da antica famiglia chierese a Roma il 20 novembre 1889da Giuseppe e da Maria Appiano e morì a Torino il 27 dicembre 1973.

Dopo aver frequentato le scuole medie a Roma nel 1901, a seguito della nomina del padre a conservatore dell'Armeria Reale, si trasferì con la famiglia a Torino. Qui frequentò il liceo e la locale Facoltà di Giurisprudenza, approfondendo gli studi di scienze economiche e di storia del diritto italiano. Discepolo di Luigi Einaudi e Federico Patetta, nel luglio 1912 conseguì la laurea discutendo la tesi La finanza sabauda nel secolo XIII premiata, l’anno seguente, dal Consiglio Accademico dell’Università di Torino, allora presieduto da Francesco Ruffini.

 

Data e modi di acquisizione

Già nel 1969, Chiaudano esprimeva l’auspicio che la sua Biblioteca fosse unita a quella di Patetta. Il Fondo giunge nel 1971. A donarlo è lo stesso Chiaudano, interessato alla conservazione della sua collezione privata. La scelta della donazione alla Biblioteca è spiegata dal sentimento di profonda stima e ammirazione che legava Chiaudano a Patetta, sua guida scientifica, che ne segnò profondamente gli studi soprattutto sulle fonti inedite.

 

Alimentazione del fondo  

Il Fondo è considerato chiuso.

 

Indicizzazione del fondo

Il Fondo è stato interamente catalogato su supporto elettronico e le notizie bibliografiche complete sono disponibili all’interno della base dati della Biblioteca Bobbio e dell’Istituto Centrale per il Catalogo Unico.
 

Accessibilità del fondo  

Il Fondo è consultabile presso il Settore Antichi e Rari della Biblioteca Bobbio.

Escluso dal prestito.

 

Consistenza

2638 volumi (364 antichi)

1908 opuscoli (19 antichi)

 

Identificazione, ordinamento e collocazione

A*Fondo Chiaudano numero a catena

A*Op.Fondo Chiaudano numero a catena

 

Stato di conservazione

Discreto

 

Note e segnalazioni particolari

Numerose note manoscritte e dediche.

Ex libris con colori dominanti blu e azzurro , che reca il motto “In obscura nocte sidera micant”, lo stesso che accoglie il visitatore allo Speco di Subiaco.

 

Approfondimenti biografici: